Pubblicato su politicadomani Num 90 - Aprile 2009

Editoriale
Lettera aperta ai cittadini
di Marano e d'Italia

di Maria Mezzina

Quanto costa la nostra salute, quella dei nostri figli e quella dei nostri nipoti? La domanda è retorica e la risposta è scontata: "non ha prezzo".
Non è vero. In Campania (e anche in molte altre parti d'Italia) la salute dei cittadini si compra dai sindaci. A volte ci si riesce, qualche volta no.
A Marano di Napoli la salute di un cittadino costa una tantum meno di 100 (cento) euro. È infatti questa la cifra che è stata offerta (e da lui rifiutata) al sindaco Salvatore Perrotta quando, per sottoscrivere l'autorizzazione alla apertura della discarica gli sono stati proposti 6 (sei) milioni di euro. Cento euro a testa, appunto, per ognuno dei 60 mila abitanti della città, per la durata di almeno tre generazioni. Sono due direttori dell'Ospedale Monaldi di Napoli a spiegare perché questi soldi vanno spalmati su tre generazioni: il mesotelioma pleurico, cancro ai polmoni non curabile che è in forte aumento (+ 50% dal 2001 al 2006) nella provincia di Napoli, ha una incubazione di circa 30 anni. È questo un aspetto dello smaltimento dei rifiuti in discarica che troppo spesso viene messo a tacere; né sono incoraggiati altri studi, per esempio, sulla incidenza sui neonati e sui nascituri di queste influenze ambientali. E parliamo di discariche non solo abusive perché anche quelle legali (Chiaiano docet) sono costruite su montagne di precedenti sversamenti abusivi di rifiuti indifferenziati e pericolosi, senza nessuna vera bonifica preliminare, sono mal preparate e, per quanto riguarda la provincia di Napoli, sono state scelte malissimo.
La Campania è percorsa da una "santa collera", innescata dalla immondizia ma provocata da secoli di abbandono e di spoliazione continua. La povertà di questa regione, che è agli ultimi posti per qualità della vita, pesa sulla sua classe dirigente e politica inetta e corrotta, ma è anche responsabilità dei cittadini che, trascurando di partecipare alla vita pubblica, hanno trasformato con la loro indifferenza e assenza una democrazia rappresentativa in una delega in bianco. In Campania come nel resto d'Italia.
Eppure è proprio dalla Campania e dal nostro splendido Sud che può iniziare la ripresa etica e morale, prima ancora che economica, del nostro Paese. Quella santa capacità di indignarsi che ha fatto dire di NO alla morte della sua gente a un piccolo sindaco, fa scendere tanti per le strade, per mettere in comune esperienze, problemi e speranze, e tessere reti di cittadinanza attiva e consapevole; quella paziente e tenace temerarietà che sa lanciare le sfide spinge la gente a iniziare e percorrere strade originali e nuove per risolvere i suoi problemi.
L'acqua e i rifiuti sono i problemi di un futuro che è iniziato da tempo senza che neppure ce ne siamo accorti. Dalla soluzione che sarà data a questi problemi dipendono la libertà e la democrazia del Paese. I media seppelliscono l'importanza di questo passaggio sotto un cumulo di frivolezze e di notizie spazzatura. Alex Zanotelli è venuto a Marano a spiegarlo ancora una volta: "è in atto una rivoluzione culturale" ha detto, e sta prendendo forma un progetto politico che proprio perché si fonda sull'etica, sulla partecipazione e sulla democrazia fa paura a chi oggi non essendo stato scelto dalla gente, letteralmente, occupa il Parlamento.
Tutti i cambiamenti epocali sono il risultato di crisi gravissime sfociate in resistenza civile e qualche volta in rivoluzioni. È necessario accompagnare il cambiamento in atto nel nostro Paese con la resistenza attiva e nonviolenta e con una forte partecipazione alla res publica.

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